Metodo didattico

Il metodo didattico di Mario Losa

Il metodo didattico, che qui viene proposto, affonda le sue radici in un lontano passato, radici quindi solide, che non hanno mai cessato di esistere, infatti, sono giunte fino a noi, attualmente si stampano ancora i cosiddetti “alfabetieri” e in diverse scuole se ne fa ancora uso.

Tale metodologia trae le sue origini dall’illustre pedagogista Amos Comenio (Moravia, 1592-1671) fautore della didattica moderna, fu tra i primi a proporre un abecedario corredato da immagini, che esprimevano i suoni delle lettere dell’alfabeto.

Passiamo, ora, al cuore dell’applicazione del metodo comeniano, cioè il suono della lettera viene ricavato da quello emesso dell’animale come si può vedere la figura qui riprodotta, un cornacchia che emette il suono «a», «a». Dunque per apprendere il suono «A» ci si avvaleva in modo figurato di una cornacchia che emetteva effettivamente quel suono.

 

L’abbecedario di Amos Comenio naque così, ecco alcune immagini tratte dall’ Orbis Sensualium Pictus:

  • La cornacchia gracchia «áá»
  • L’agnello bela bééé
  • La cicala sibila CI CI

Il problema era dare un nome alle lettere, siamo nel lontano 1659.

Nascono le prime scuole e si cercherà di dare un suono alle lettere.

Verso la fine del XVII secolo si sviluppa la stampa finalizzata alla prodizione di sillabari e abbecedari.

Chi seguirà la strada tracciata da Comenio utilizzerà il metodo sillabico. Non ci dilunghiamo perché c'è un considerevole numero di metodi ed è facile uscire dal seminato.

Citiamo un esempio di abbecedario del 1824 destinato alla scuola «dell’infanzia o prima puerizia, trovando cose interessanti il metodo prevedeva che si facessero esercizi di sillabazione simile al nostro: ma, me, mi, mo, mu; va, ve, vi, vo, vu; etc...

Presentiamo alcune lettere dell’alfabetiere (1824) concettualmente simile al nostro:

 

A di aeroplano

B di Bandiera

C di ciliegie

Non prendiamo in considerazione tutti i metodi che si sono avvicendati, come il globale sintetico. ma seguiamo quello sillabico che utilizza l’alfabeto per vedere come si è giunti alla fase conclusiva e stravolgente dei disegni, che diverranno parte integrante e fondamentale per l’apprendimento.

In alto esempi di alfabeti illustrati, a destra un cavallo associato alla parola sillabata.

In questo modo erano concepiti tout court i metodi di apprendimento dal semplice al complesso.

La scrittura era scardinata dal disegno, i segni alfabetici hanno un solo tipo di carattere astratto, in bianco e nero.

Questa breve descrizione per far capire la nostra nuova metodologia che mette al centro il disegno pre-alfabetico e non ha più un ruolo marginale, anzi direi centrale. Ora l’alfabetiere pedagogico ha un rapporto vicendevole con il disegno che lo rappresenta e viceversa.

Con l’introduzione dell’alfabeto pedagogico si cambia metodo ma si rimane sempre sulla via indicata da Comenio,

Da Comenio fino ai nostri giorni abbiamo ereditato un alfabetiere che si era fermato alla somiglianza sonora ora siamo passati dalla somiglianza sonora coniugata con quella illustrativa. In passato non si interessavano della somiglianza illustrativa tra lettera e disegno.

Inoltre sostengo che bisogna giungere in futuro al concetto di somiglianza complessa, come descritto in precedenza. Per cui si dovrebbe passare da alfabetieri con somiglianza semplice, composta. complessa, completa. Iniziamo per ora ad applicare il concetto di somiglianza semplice, la lettera diventa un personaggio, ma lo può diventare veramente (concetto di somiglianza composta), il personaggio lo si può toccare con mano mettendo in funzione anche la facoltà tattile, ed organizzando giochi come il riconoscimento del personaggio ad occhi chiusi e avendo come base la facoltà tattile; etc..

Presentiamo la nuova metodologia fondata sul paradigma illustrato in precedenza, aprendo nuove piste di apprendimenti.

 

A di Alpe

B di Bracciogamba

C di Corno

 

Con questa nuova metodologia che si basa su un innovativo paradigma cambiano i tempi di apprendimento e si apre una nuova metodologia tutta da sperimentare con risultati sorprendenti. Metodologia scientificamente sperimentata, per la prima volta con queste nuove idee.

 

 

In questo caso (dell’orologio) sarebbe opportuno che il bambino potesse toccare l’orologio a occhi chiusi, con il compito di riconoscerlo. Si potrebbero organizzare questi tipo di giochi, facendo bendare gli occhi dei bambini utilizzando la facoltà tattile per la memorizzazione o il riconoscimento.

 

L’ideale, nel limite del possibile sarebbe quello che le lettere avessero più canali sensoriali somiglianti alla lettera che si intende associare.

Tale idea di somiglianza sonora risuona ancor oggi nonostante siano passati più di tre secoli, e a mio avviso, costituisce il primo tassello del metodo qui proposto, con un ulteriore aggiunta del secondo: la somiglianza illustrativa che si coniuga inseparabilmente con quella sonora.

Tale duplice somiglianza (sonora-illustrativa) è presente nei sussidi qui presentati, termina qui il lungo cammino tracciato da Comenio.